“Avevamo dato all’indagine di quest’anno il titolo ‘Adolescenza tra speranze e timori’, ma, purtroppo, dati alla mano, i timori sembrano essere di molto maggiori delle speranze”, queste le parole di Maurizio Tucci, presidente del Laboratorio Adolescenza, in occasione della presentazione dell’indagine effettuata dall’associazione di no-profit di Tucci insieme all’istituto di ricerca IARD. Lo studio si è basato su un campione di 5.600 adolescenti di età dai 13 ai 19 anni.
ADOLESCENTI E COVID: AUMENTANO LE INCERTEZZE SULL’ASPETTO FISICO
Partiamo da un dato estremamente significativo: il 52,7% delle ragazze e dei ragazzi coinvolti nell’indagine afferma di guardare al futuro in maniera “incerta” e si definisce “preoccupato”. Hanno contribuito a questa esitazione verso il “ciò che verrà” la pandemia e il conflitto in Ucraina. E a confermarlo sono i numeri.
Solo il 35% ritiene che effettivamente la pandemia sia in regressione, il 63,6% invece teme che la situazione possa peggiorare. Aggiungiamo che il 58% delle persone interessate ha asserito di aver avuto problemi anche con l’alimentazione; alcuni reputano infatti di aver mangiato in maniera sregolata durante gli ultimi due anni, altri di essere ingrassati e, per questo, di aver subito ripercussioni sull’umore.
In generale, soprattutto le ragazze ad oggi non hanno un buon rapporto con lo specchio. A questo punto si potrebbe muovere un’obiezione: gli adolescenti spesso hanno un rapporto conflittuale con il proprio aspetto. In parte è vero, ma lo studio ha rilevato che nel 2020, prima che il Covid si diffondesse, il 31% maschi era insoddisfatto del proprio corpo, nel 2022 la percentuale è salita a 39. Mentre, per quel che riguarda le ragazze nel 2020 era il 55,4% ad avere questo tipo di difficoltà; oggi siamo al 60,7%.
L’INFLUENZA DEI SOCIAL
ADOLESCENTI E GUERRA IN UCRAINA: IL 75% CREDE POSSIBILE UNA TERZA GUERRA MONDIALE
Molti adolescenti vivono in uno stato di agitazione e preoccupazione quasi costante anche a causa del conflitto in Ucraina, iniziato lo scorso febbraio. Tra l’80 e il 90% si dice infatti preoccupato per le conseguenze della guerra. Nello specifico, il 75% crede che sia plausibile lo scoppio di una Terza guerra mondiale o comunque teme che l’Italia possa diventare parte attiva nel conflitto. Si valuta, inoltre, anche il coinvolgimento emotivo: le giovani e i giovani presi in esame per lo studio in effetti sostengono di essere preoccupati per la popolazione e i rifugiati ucraini; un dato che riguarda maggiormente le ragazze.
AMICI E FAMIGLIA
C’è di buono, tuttavia, che i 5.600 studenti intervistati hanno un buon rapporto con amici e familiari. Molti considerano la propria vita familiare piacevole e tranquilla e definiscono i rapporti con gli amici “soddisfacenti”. Nonostante i dati restituiscano un cauto ottimismo sulla questione rapporti interpersonali, non si può trascurare che il numero di coloro che invece affermano di avere relazioni conflittuali è in crescita, anche se lievemente.
Un monito per il futuro: qualcosa nella socialità, tra i giovani, non funziona come dovrebbe. La salute fisica e mentale delle persone che andranno a costituire il tessuto sociale ed economico del Paese deve essere una priorità. L’indagine oggetto dell’articolo offre spunti considerevoli per cambiare prospettiva, in modo così da ridurre al minimo le insicurezze che oggi sembrano limitare una crescita sana ed equilibrata dei nostri adolescenti.