IN MEDIA 740€, MENO DELLA NASPI!
Hanno del paradossale i risultati di uno studio della Federazione Uil Scuola Rua secondo cui stabilizzare i 250mila precari della scuola graverebbe sulle casse pubbliche per 740€ a persona. Tenedo conto che per i precari ormai “storicizzati” lo Stato paga in media 900€ mensili di indennità di disoccupazione nei periodi in cui questi lavoratori non sono coperti da contratto.
Analizzando i dati della provincia di Bergamo e tenendo conto dei soli docenti, la stabilizzazione dei 3637 precari porterebbe ad un risparmio di 576.000 €. Il dato tiene conto dei soli precari con contratti annuali, non considera l’esercito di docenti destinatari di supllenze brevi che comunque danno diritto alla Naspi pesando sul bilancio pubblico.
Il risparmio sarebbe ancora maggiore se si decidesse di stabilizzare, oltre ai docenti, il personale ATA precario.
Stabilizzare il personale precario non avrebbe esiti positivi solo sui bilanci dello Stato. Infatti, da un lato gli effetti positivi della stabilizzazione si migliorerebbero la qualità delle nostre scuole garantendo continuità didattica ai nostri ragazzi.
Inoltre, il tanto agognato contratto a tempo indeterminato consentirebbe a tanti lavoratori di realizzare progetti di vita a lungo rimandati a causa dell’incertezza economica (e non solo) causata dal precariato. Sicuramente più contratti stabili influenzerebbero positivamente anche l’economia sostenendo i consumi.
Quindi i nostri governanti dovrebbero interrogarsi su quale sia il miglior costo da sostenere. Quello del precariato o quello della stabilità?